Conflitto Femoro Acetabolare e Postura

Conflitto Femoro Acetabolare

Che cos’è il Conflitto Femoro Acetabolare?

Il femore, che l’osso lungo posizionato all’interno della parte superiore della gamba, è costituito da tre porzioni: l’estremità prossimale articolata con le anche, il corpo centrale con forma di clessidra e l’estremità distale articolata con la tibia a livello del ginocchio.

Ognuna di queste tre parti presenta differenti aspetti anatomici, che offrono specifici punti d’inserzione per muscoli e legamenti e che assicurano una bilanciata distribuzione del peso corporeo sull’arto.

Questo osso è l’unico componente della coscia ed ha lunghezza maggiore di qualsiasi altra struttura osteo-articolare.

L’estremità prossimale del Femore si inserisce perfettamente nell’acetabolo, una concavità di aspetto simile a quella di una ciotola, posizionato nel bacino, per formare l’articolazione dell’anca.

Conflitto Femoro Acetabolare

Questa porzione è formata da 6 parti, che sono:

  • Testa: che ha l’aspetto di una sfera liscia, su cui si inserisce il legamento rotondo, una struttura posta tra femore e acetabolo e che ne consente il collegamento anatomico;
  • Collo: che è la porzione sottostante a forma di un cilindro e che serve per mettere in contatto la testa con il corpo del femore, mantenendo un’angolazione di circa 130 gradi (indispensabile per una corretta deambulazione);
  • Grande Trocantere: che è un processo osseo di forma quadrangolare su cui si inseriscono muscoli e legamenti;
  • Piccolo Trocantere: di dimensioni minori rispetto al precedente e finalizzato a ricevere altre inserzioni muscolo-legamentose;
  • Cresta Ossea Anteriore,
    che collega tra loro i due grandi trocanteri;
  • Cresta Ossea Posteriore: che collega tra loro i due piccoli trocanteri.

Le funzioni del femore, che dipendono principalmente dalla sua anatomia, sono di garantire un equilibrato bilanciamento del peso corporeo e di consentire la deambulazione

L’acetabolo femorale, conosciuto anche col nome di “cotile” è l’incavo laterale dell’osso iliaco, dentro a cui si inserisce la testa del femore, per formare l’articolazione dell’anca.

Si tratta di una regione scheletrica molto complessa, dalla cui integrità dipende il corretto funzionamento degli arti inferiori non soltanto in movimento, ma anche per sostenere il peso del corpo in posizione statica.

Il rapporto tra femore e acetabolo risulta quindi fondamentale per garantire una postura fisiologica e per evitare qualsiasi disturbo osteo-articolare alle gambe e al bacino.

L’anca è una delle articolazioni più mobili di tutto il corpo e proprio per questo motivo è fornita di abbondante liquido sinoviale che ne consente il funzionamento evitando attriti e frizioni.

Patologia del Conflitto Femoro Acetabolare?

Il Conflitto Femoro Acetabolare è una patologia dell’apparato locomotore consistente in un’alterazione strutturale dell’anca, relativa ad anomalie della testa del femore oppure dell’acetabolo.

Come conseguenza possono insorgere danni a livello delle superfici articolari, che non sono più in grado di funzionare in maniera fisiologica.

Nella stragrande maggioranza dei casi questo disturbo è di origine congenita ed è causato da un anomalo sviluppo delle ossa durante l’adolescenza.

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Il sintomo più indicativo è il dolore inguinale che si manifesta soprattutto quando la flessione dell’arto supera i 90 gradi di angolazione: in simili condizioni il contatto tra la testa del femore e l’acetabolo è anomalo e malfunzionante, fino al punto di bloccare del tutto il movimento.

Noto anche come Impingement Femoro Acetabolare (FAI), il Conflitto Femoro Acetabolare è una sindrome che si sviluppa spesso nella terza età, quando cioè può subentrare una certa lassità legamentosa e muscolare.

Infatti per garantire che la testa del femore rimanga correttamente ancorata all’acetabolo è indispensabile che i suoi collegamenti anatomici si mantengano elastici e contenitivi.

In tutto il corpo soltanto l’anca è un’articolazione capace di svolgere funzioni di mobilità e di staticità, in quanto è proprio grazie alla sua integrità anatomica che le gambe possono sostenere il peso del corpo da fermi e permettere la deambulazione e la corsa in movimento.

Pertanto il collegamento tra femore e acetabolo è definito duplice, ovvero sia stabile che mobile.

La testa del femore è contenuta all’interno dell’acetabolo tramite un incastro pratiCamente perfetto, ottimizzato anche dalla abbondante presenza del liquido sinoviale.

Il femore, dunque, (e quindi l’arto inferiore) può muoversi liberamente per l’intero tange motorio consentito dall’articolazione.

Al contrario, un’articolazione affetta dal Conflitto Femoro Acetabolare non riesce a muoversi in maniera fisiologica a causa di un surplus osseo che ne pregiudica le prestazioni.

Il primo segnale che indica una simile situazione è costituito dalla impossibilità di flettere l’anca quando si tenta di avvicinare il ginocchio al tronco.

Ripetuti tentativi del genere sono responsabili di un progressivo e inarrestabile danno al labbro acetabolare, essendo ricco di terminazioni sensoriali, provoca dolore neuropatico.

La percezione dolorosa viene accentuata anche dalla pressione di carico sull’osso, che non può essere sostenuta a causa del contatto anomalo tra acetabolo e testa del femore.

I sintomi del Conflitto Femoro Acetabolare non sempre sono dolorosi, dato che in alcuni casi l’anomalia anatomica non è tanto grave da lesionare il labbro acetabolare e la cartilagine ad esso collegata.

Differenza tra Pincer e Cam

Pincer e Cam sono le due facce del Conflitto Femoro Acetabolare, dato che le deformazioni associate a tale disturbo possono essere di due differenti tipologie.

Quella derivante da una malformazione dell’acetabolo viene chiamata “Pincer “, in riferimento al termine “pinza” in quanto l’acetabolo stringe la testa del femore appunto come una pinza.

Quando invece la testa femorale non è sferica, ma assume una forma ovale e di conseguenza va a cozzare contro l’acetabolo si parla di “Cam”.

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Entrambe le patologie sono causa di dolore sia in posizione statica che dinamica.
Se non vengono trattate con adeguati interventi, la loro evoluzione può provocare l’insorgenza di artrosi all’anca.

Un Conflitto Femoro Acetabolare Cam si manifesta piuttosto tardivamente poiché il cambiamento anatomico della testa del femore richiede tempi lunghi per arrivare a condizionare il suo funzionamento.

Dapprima il paziente avverte soltanto un fastidio incostante in rapporto ad alcuni specifici movimenti, che tende a scomparire col riposo.
Soltanto dopo qualche mese può comparire una vera e propria sintomatologia dolorosa, con progressiva riduzione dei movimenti.

Un conflitto Cam Anca deve essere diagnosticato con precisione, dato che spesso il dolore viene attribuito a disturbi artrosici tipici della terza età e di conseguenza curato con i comuni antinfiammatori di tipo FANS.

Un simile approccio è sbagliatissimo perché, nascondendo il sintomo, non è possibile fare una diagnosi precisa e quindi il disturbo continua a progredire sempre maggiormente.

Sarebbe buona norma invece effettuare alcune indagini preliminari prima di assumere qualsiasi tipo di farmaco.

Le indagini consigliate sono: una radiografia al bacino associata a risonanza magnetica, per evidenziare l’eventuale coinvolgimento muscolare e tendineo.

Conflitto Femoro Acetabolare

I soggetti più predisposti a questa sindrome sono uomini adulti che praticano sport in maniera eccessiva, sottoponendo le anche a un surplus ponderale che, nel tempo, può provocare l’insorgenza del conflitto.

giocatori di basket, ad esempio, sono soliti compiere sforzi intensi caricando le zone esterne del bacino e contribuendo a disarticolare il collegamento tra acetabolo e testa del femore.

Spesso sottovalutato, il legame con lo sport dovrebbe invece essere interpretato nel giusto modo, soprattutto quando le attività fisiche sono iniziate nell’adolescenza, quando cioè l’accrescimento corporeo può diventare disarmonico.

Nel caso del Pincer il dolore, oltre che al bacino, può coinvolgere anche la zona inguinale e quindi essere confuso con una normale tendinopatia oppure con una pubalgia (disturbi piuttosto comuni tra gli sportivi).

Tenendo conto che i sintomi compaiono molto lentamente sarebbe opportuno non sottovalutarli mai, anche se la loro intensità è minima.

Cause e trattamento

L’anatomia dell’articolazione femoro acetabolare è ben definita in quanto consiste in un alloggiamento perfetto tra la testa del femore e la concavità dell’anca.

Dal punto di vista funzionale questa struttura svolge un ruolo fondamentale dato che risulta attiva sia in posizione statica che dinamica, arrivando a coprire praticamente tutte le attività posturali.

Le cause del Conflitto Femoro Acetabolare sono piuttosto complesse in quanto riguardano due strutture ossee tra le più importanti dello scheletro, che sono il bacino e gli arti inferiori.

Nella maggior parte dei casi questa sindrome è congenita e dipende da un imperfetto sviluppo scheletrico durante l’adolescenza, spesso provocato da scarso apporto di calcio e di vitamina D.

Il problema principale di un disturbo del genere è che la sua manifestazione è tardiva, in quanto difficilmente un bambino lamenta dolore al bacino.
Pertanto il quadro morboso diventa evidente dopo molti anni, quando magari la compromissione osteo-articolare si è già sviluppata.

Trattandosi di fattori genetici, la loro presenza non è prevedibile, soprattutto perché non esistono specifici test di screening.

In misura minore, il Conflitto Femoro Acetabolare (Impingement acetabolo femorale) dipende da infortuni a carico delle ossa del bacino oppure del femore, come una frattura apparentemente ben risolta.

Tuttavia, succede spesso che gli esiti di simili traumi si manifesti dopo parecchio tempo.

Tra gli altri fattori eziologici, il Conflitto Femoro Acetabolare può essere causato anche dall’esecuzione di intensa attività sportiva quotidiana, dato che le articolazioni sono sottoposte a range di movimento spesso estremi.

Anche se non è stato mai confermato un rapporto di consequenzialità tra sport e conflitto acetabolo femorale, molte ricerche epidemiologiche hanno evidenziato una maggiore incidenza negli sportivi.

La patologia del Conflitto Femoro Acetabolare può essere di tre tipi, e precisamente:

  • A pinza: quando la cavità acetabolare presenta una sporgenza ossea che si riflette sulla testa del femore;
  • A Camma: se la testa del femore presenta una porzione di tessuto in più che blocca un rapporto fluido con l’acetabolo, arrivando addirittura a erodere la cartilagine articolare (anche in presenza di liquido sinoviale);
  • Combinato: quando sono presenti entrambe le anomalie.

Nonostante in alcuni casi questa sindrome sia silente, i sintomi del conflitto acetabolo-femorale sono i seguenti:

  • dolore, che si manifesta a livello inguinale e nella porzione latero-superiore della coscia;
  • rigidità articolare a livello del bacino;
  • difficoltà a Camminare correttamente;
  • dolore sotto al fianco;
  • dolore provocato dalla flessione del ginocchio verso il petto;
  • flessione dell’anca al suo massimo range;
  • tendenza a portare i glutei a contatto con i talloni.

Se non viene diagnosticato correttamente e trattato in maniera adeguata, il Conflitto Femoro Acetabolare può comportare un danno irreversibile al labbro acetabolare, favorendo l’insorgenza di artrosi dell’anca, con conseguente disfunzionalità motoria e dolore cronico.

La diagnosi del Conflitto Femoro Acetabolare si basa su una completa anamnesi del paziente e un accurato esame obiettivo effettuato da parte di uno specialista in ortopedia.

L’esame obiettivo prevede alcune manovre diagnostiche tra cui l’Imtingement test; spesso possono essere utili indagini di diagnostica per immagini che oltre alla classica radiografia del bacino prevedono risonanza magnetica e TAC.

Conflitto Femoro Acetabolare 3

Queste analisi permettono di identificare eventuali anomalie scheletriche articolari oppure fenomeni degenerativi a carico della cartilagine.

Sempre a fini diagnostici è possibile effettuare l’iniezione di un anestetico nell’articolazione, che in caso di miglioramento della sintomatologia, pone a favore della presenza del conflitto acetabolo-femorale.

Il ruolo della Rieducazione Posturale

Il trattamento di questa patologia può essere di due tipi: da un lato conservativo e d’altro lato, in casi particolarmente gravi, chirurgico.

Il trattamento conservativo prevede l’impiego di farmaci antinfiammatori di tipo FANS che hanno lo scopo di alleviare il dolore causato dall’infiammazione.

È necessario inoltre sospendere tutte le attività motorie responsabili dell’insorgenza di dolore, cercando di limitare le attività sportive sia come intensità che come frequenza.

La Riabilitazione del Conflitto Femoro Acetabolare prevede soprattutto interventi fisioterapici finalizzati a migliorare la mobilità articolare e a rinforzare la muscolatura del bacino.

Per trarre il massimo beneficio dalla fisioterapia, è indispensabile rivolgersi a centri specializzati in questo settore, dopo aver effettuato tutte le indagini diagnostiche necessarie.

Per migliorare la rigidità articolare e la difficoltà motoria del flessori e degli adduttori, di solito si effettuano esercizi posturali rivolti alla mobilizzazione di muscoli e tendini senza alcuna forzatura.

Poiché il movimento più critico è la flessione dell’articolazione causata dallo spostamento del ginocchio verso il tronco, gli esercizi per impingement dell’anca sono concentrati sul potenziamento di questi fasci tramite intrarotazione del femore con anca e ginocchio flessi.

Bisogna ristabilire la mobilità alterata e riequilibrare le aree di carico del bacino, riducendo la tensione di muscoli e tessuto connettivo.

In seguito a interventi del genere si attenuano anche tensioni viscerali e migliora la motricità del diaframma.

Mediante il ricorso a Tecniche mManuali, l’anca può essere trattata riequilibrando il carico delle forze all’interno dell’acetabolo, manovre indispensabili per prevenire la formazione di osteofiti che potrebbero provocare ulteriori restrizioni dei movimenti.

È fondamentale imparare a camminare in maniera adeguata, mediante la sequenza delle successive fasi dell’appoggio del tallone, comprendenti:

  • iniziale inversione del retropiede;
  • ammortizzamento del carico dal basso verso l’alto;
  • eversione del retropiede;
  • rotazione interna di tibia e femore;
  • coinvolgimento della porzione pelvica anteriore.

Pazienti affetti da Conflitto Femoro Acetabolare presentano il retropiede eccessivamente in inversione nel momento di appoggio del tallone e una ridotta eversione durante la fase di appoggio.

Gli esercizi posturali devono intervenire proprio a questo livello per agire dal basso verso l’alto.

Non bisogna sottovalutare l’importanza del Muscolo Ileo Psoas nel Conflitto Femoro Acetabolare, poiché la mobilità dell’anca non dipende soltanto dal conflitto osteo-articolare, ma anche dalla muscolatura.

La contrazione del Muscolo Ileo Psoas contribuisce a tirare la testa del femore verso l’alto schiacciando le strutture intorno alla capsula articolare e al labbro acetabolare.

Esercizi mirati al miglioramento del tono muscolare si riflettono su un maggiore controllo della testa del femore che non urta più contro l’acetabolo.

Per ottenere risultati soddisfacenti e duraturi, è opportuno lavorare non solo sugli arti inferiori ma anche sul rachide, svolgendo esercizi impostati sui seguenti aspetti:

  • mobilizzazione articolare dell’anca;
  • stretching analitico per allentare le tensioni muscolari;
  • rinforzo della muscolatura dei glutei e dello psoas;
  • attuazione degli esercizi propriocettivi sulla caviglia;
  • tonificazione generalizzata su muscoli addominali, dorsali e paravertebrali;
  • perfezionamento della respirazione diaframmatica.

Alcune ricerche hanno confermato che la mobilità dell’anca durante la fase deambulatoria può essere condizionata dalla caviglia, poiché alcune disfunzioni biomeccaniche dipendono appunto dall’angolazione del piede rispetto alla gamba, che si riflette sul bacino.

Non bisogna sottovalutare che la forza di gravità durante la deambulazione rende necessario l’intervento di una maggiore quota di energia potenziale immagazzinata a livello articolare.